Tenersi stretto un ruolo per tutta la vita professionale è praticamente impossibile, ma come capire quando arriva il momento giusto per cambiare lavoro senza pentirsi il giorno dopo? Ci sono dei segnali da considerare, sensazioni o pensieri, attitudini e gesti che potrebbero condizionarti e influire negativamente sulla tua performance a lavoro, o ancora peggio portarti a vivere male il lavoro in generale.
Vediamo quali sono e come reagire.
Quando la motivazione scende e lo stress sale è il momento di chiedersi: perché mi sento così?
Si tratta di un periodo particolarmente intenso, in cui sto lavorando a progetti che andranno ad accrescere la mia professionalità, o sto subendo il peso di carichi sempre più pesanti, che non mi verranno mai riconosciuti?
Se la risposta che ti dai è tra le due quella che ti piace meno, è venuto il momento di ragionare sulla tua posizione e su cosa puoi fare per valorizzarla, per tornare a lavorare col sorriso oppure cambiare ruolo.
Se nello svolgere mansioni che una volta ti riempivano di passione ed entusiasmo oggi ti senti svalutato, stanco, sfiduciato e pigro, c’è indubbiamente qualcosa che non va. La ragione di questa attitudine può risiedere in un problema relazionale, o forse una mancanza di stimoli dovuta all’assenza di prospettiva nella tua posizione lavorativa. Forse è arrivato il momento di crescere, e la tua apatia verso ciò che fai ne è la prova.
Quando hai cominciato a lavorare nella tua azienda eri pieno di speranze e sogni che negli anni sono stati rimpiazzati da disillusioni e incertezze? Forse la percezione dell’azienda in cui lavori è cambiata e se ormai non hai più fiducia delle persone che la compongono, come puoi dare il massimo nel tuo lavoro? Il consiglio in questo caso è di parlarne apertamente per cercare margini di miglioramento e percepire qual è il sentimento dall’altra parte. Forse ti attendono nuove ed emozionanti sfide, nell’azienda in cui lavori…o in altre organizzazioni.
Se una volta arrivavi in ufficio dieci minuti prima per la gioia di un caffè e quattro chiacchiere con i colleghi e ora spacchi il minuto, guardi spesso l’orologio e non vedi l’ora di uscire dall’ufficio per non pensare più al lavoro fino al giorno dopo è chiaro che stai per diventare sostenitore della teoria che ti porta, ogni giorno, a fare solo lo stretto indispensabile.
Certo, nel corso della vita lavorativa capita di avere problemi – anche e soprattutto di natura personale – che influenzano la vita lavorativa, tuttavia se il motivo per cui stai iniziando a odiare il tuo lavoro è il tuo lavoro…beh, forse è ora di riflettere sul da farsi.
Se hai la percezione di poter fare di più, di avere tante idee che puntualmente non riesci ad esprimere, se hai tanti spunti che non vengono ascoltati o proposte che passano inosservate, forse ti aspetti qualcosa in più e soffri nel considerarti invisibile agli occhi del tuo riferimento gerarchico, del tuo team, dell’azienda stessa. Anche in questo caso un confronto aperto può essere risolutivo, o può portarti a considerare opzioni che finora hai sempre tralasciato.
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