SGB Humangest: presentato lo studio ‘Il valore della fiducia-Laureati e laureandi alle prese con la sfida del lavoro’
Il mondo del lavoro sta affrontando un’importante evoluzione, in particolare negli ultimi due anni, in cui l’attenzione si è spostata verso tematiche come la sostenibilità all’interno dell’ambiente lavorativo, accanto alla work-life balance e al corretto riconoscimento retributivo. Concetti presenti in particolar modo tra i giovani che si affacciano al mondo del lavoro con prospettive e aspettative diverse rispetto al passato.
È proprio sui giovani che si apprestano ad affrontare le sfide del mondo del lavoro che si è concentrata la ricerca dell’Osservatorio Giovani e Lavoro promosso da Humangest, Agenzia per il Lavoro di SGB Humangest – Gruppo italiano specializzato nei servizi di recruitment, formazione, gestione delle risorse umane e outsourcing, con il contributo tecnico del CIRSIS (Centro Interdipartimentale di Ricerca sui Sistemi di Istruzione Superiore) dell’Università di Pavia. “I fattori post pandemia, gli interrogativi sui numeri delle dimissioni volontarie, sull’attuale situazione lavorativa generale e in particolare sulle posizioni dei giovani rispetto al mercato del lavoro, ci hanno portato a svolgere questa ricerca”, rivolta ai giovani ma significativa per le aziende, spiega Gianluca Zelli, Amministratore Unico di SGB Humangest Holding.
La ricerca, dal titolo ‘Il valore della fiducia – Laureati e laureandi alle prese con la sfida del lavoro’, mette in evidenza alcune questioni cardine che caratterizzano le rappresentazioni sociali dei giovani laureati e laureandi rispetto al mercato del lavoro in generale e alle proprie personali opinioni in relazione a quali siano le caratteristiche desiderabili di un buon posizionamento occupazionale.
I risultati possono essere sintetizzati in due principali direttrici: la prima relativa al quadro di realismo praticato dai giovani, che guardando al futuro e hanno chiaro in mente come le costanti fluttuazioni del mercato influiranno sulla propria vita professionale e personale, attrezzandosi così ad essere quanto più possibile adattabili a una realtà basata sull’incertezza. Il cambiamento sarà la costante attorno a cui costruire le proprie strategie, esplorando e diversificando nuovi campi di applicazione.
Flavio Ceravolo, Professore di Sociologia e Metodi di ricerca presso l’Università di Pavia, commenta: “Vi è un grande livello di consapevolezza nei laureandi e laureati nel fatto che a fare la differenza non è l’apprendimento tecnico ma la capacità di mobilitare quei contenuti tecnici ad alto raggio. Si ha la necessità di costruirsi un proprio percorso d’investimento per sé stessi. Soprattutto dal punto di vista relazionale”.
La seconda direttrice rivela una particolare attenzione nella ricerca della work-life balance, necessità emersa più fortemente negli ultimi anni. La necessità che la sfera lavorativa si integri in maniera adeguata con quella privata appare sempre più urgente, e sono disponibili a fare quanto necessario per perseguire attivamente questa conciliazione fra dimensioni, anche favorendo posizioni di lavoro autonomo, al riparo dalla tossicità che si può trovare in molti ambienti lavorativi.
Angelino Alfano, Senior Advisor SGB Humangest Holding, durante la presentazione dei risultati dello studio ha commentato: “La ricerca ha un contenuto rivoluzionario e siamo alla ‘raccolta’ di una nuova generazione. Ricordo grandi dibattiti in Parlamento sulla precarietà, diventata poi flessibilità. Ma questa generazione non la chiama precarietà bensì libertà. La libertà di scegliere l’azienda in base ai suoi valori e a ciò che offre è focale. Puntare a un’azienda per i giovani di oggi significa mettersi al suo servizio, ma vuol dire anche starci con uno scopo. Uno scopo che sia tutela dell’ambiente o altro cui l’azienda sceglie di dedicarsi, ma deve lavorare consapevole di star portando valore reale”. “La propensione al cambiamento”, aggiunge Alfano, “è il tratto distintivo della nuova generazione di lavoratori, ma vi è anche e la capacità di gestirlo, programmarlo, accettarlo, che diventa parte anche di tutto l’arco di esperienza lavorativa. La percezione di sé stessi nel mondo è il focus, e all’interno di ciò si colloca il lavoro“.
Il fatto di essere in grado di controllare il proprio tempo e di bilanciare il proprio investimento nel lavoro per non sacrificare eccessivamente la dimensione privata, viene considerata una necessità per rendere sostenibile nel tempo il proprio equilibrio di vita. Ed è qui che emerge il dato più importante della ricerca, sottolineato anche come la dimensione essenziale dai relatori presenti: la fiducia, che rappresenta il patrimonio intangibile. I suoi molteplici aspetti devono dominare il contesto entro cui si svolge la propria prestazione lavorativa, una fiducia che passa attraverso il giusto riconoscimento in termini di merito e di retribuzione, ma anche attraverso un clima relazionale sano ed equilibrato. Il patto tra azienda e dipendente deve essere solido e costante: gli interrogativi sullo smart working ad esempio hanno rappresentato in questi ultimi due anni un patto che sembrava essere stato siglato, ma che torna ad essere un interrogativo aperto.
Dall’analisi, emerge anche la voglia di autodeterminazione e di riconoscimento individuale del proprio valore, ma per riuscire nel percorso lavorativo occorre saper rispondere alla domanda: “Cosa vuoi fare e come ci vuoi arrivare? È una domanda essenziale e chiave rivolta non solo ai giovani ma a tutti. Devi sapere cosa vuoi fare da grande, la logica di autodeterminazione è essenziale e i percorsi proposti possono davvero dare valore”, spiega Emiliano Maria Cappuccitti, People & Culture Director di Coca-Cola HBC Italia.
“La ricerca nasce dai dubbi che tutti abbiamo in questo momento. Da dopo la pandemia tutte le aziende si stanno interrogando, ci si chiede quali siano le nuove esigenze dei giovani, abbiamo visto i numeri di dimissioni rispetto agli anni precedenti e noi abbiamo provato a dare qualche risposta, andando a ricercare insieme all’Università di Pavia quali sono le nuove esigenze dei giovani“, racconta Gianluca Zelli, Amministratore Unico di SGB Humangest Holding. “Due le risposte importanti che ci permetteranno di supportare i giovani in questa fase, la prima è la certezza della retribuzione perché ci sono tante tipologie di contratti precari, situazioni di sfruttamento e di persone sottopagate e ciò rappresenta un segno di maturità importante dei giovani di oggi, disposti a lavorare il giusto ma a fronte di una giusta retribuzione”.
La seconda rilevante risposta emersa dalla ricerca, quasi inattesa in questa fase, “riguarda l’ambiente di lavoro tossico, perché è vero che in Italia sono presenti ancora aziende dal clima difficile, ma ce ne sono altrettante che offrono luoghi di lavoro più sani rispetto ad altre nazioni europee, con le quali ci confrontiamo. Prendiamo così atto di questo dato, andando a consigliare anche i nostri clienti, e consapevoli del fatto che oggi non c’è più quella pazienza come 25 anni fa di rimanere in un ambiente ritenuto tossico, pur di portare a casa lo stipendio, pur di mantenere il posto fisso, pur di mantenere il lavoro. Oggi c’è maggiore consapevolezza da parte dei giovani che vogliono lavorare in un ambiente sano, e unito all’aspetto retributivo ci offre un quadro importante.”
Centrale anche la questione della work-life balance, ma le realtà italiane sono allineate a questo bisogno? “Il tema si sta sviluppando tantissimo“, spiega Zelli, “il mondo del lavoro in Italia è fortemente stratificato, e se ci si sofferma sulla moltitudine di piccole imprese risulta un argomento ancora lontano su cui si sta lavorando, ma se guardiamo alle medie-grandi aziende risulta essere un tema acquisito e che si sta sviluppando sempre di più. C’è quindi questa parte a doppia velocità, ma dovuto a un punto di vista dimensionale, non di volontà”.
Emiliano Maria Cappuccitti, People & Culture Director di Coca-Cola HBC Italia, racconta come si pone l’azienda nei confronti dei giovani: “Adottiamo delle politiche di attrazione nei confronti dei giovani, mirata a gestire questa nuova generazione ad hoc: offriamo percorsi di sviluppo di carriera delle persone basandoci soprattutto sulla formazione. Infatti quello che chiedono i giovani d’oggi sono le esperienze, nazionali ed internazionali e soprattutto cross-funzionali. Noi offriamo questo tipo di percorsi, accanto a tanta formazione e tanta attività sul campo“.
“Per quanto concerne la work-life balance” prosegue Cappuccitti, “noi già nel 2014, su imput in particolare del personale femminile, abbiamo introdotto nel nostro headquarter lo smart working 7 giorni al mese. Oggi questa parte aziendale applica un tipo di lavoro ibrido e questo per venire incontro alle richieste delle persone, che non deriva soltanto dal periodo pandemico ma fa parte di una strategia precedente nata ben 8 anni fa“.
Gabriele Belsito, HR Director di Autogrill, spiega la necessità di allineamento tra le nuove esigenze dei giovani e le organizzazioni: “L’analisi affrontata si collega a ciò che abbiamo visto negli ultimi tempi, nella logica di attrarre i giovani e tenerli poi in azienda. Molto più complesso che in passato, oggi i giovani hanno aspirazioni molto forti e un’ambizione completamente diversa dal passato, in senso positivo: l’ambizione di porsi obiettivi sfidanti, porsi challenge diverse e nuove e questo è molto positivo nell’ambito dell’organizzazione, condizione che però anche le stesse organizzazioni devono saper accogliere e saper includere questi atteggiamenti diversi. É importante dunque riequilibrare l’organizzazione dal punto di vista culturale e anche le tempistiche di crescita per i giovani devono essere completamente diverse rispetto al passato“.
Fonte: Affari Italiani, articolo a firma di Alice Cubeddu
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