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I NUOVI LAVORI NEL SETTORE FOOD

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8 Febbraio 2021

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Fonte: www.centrostudiformazionelavoro.it

Secondo Coldiretti, «il cibo è diventato la prima ricchezza del nostro Paese, con una filiera dal campo alla tavola incluso l’horeca, che ha raggiunto la cifra di 538 miliardi, il 25% del PIL, con 3,8 milioni di occupati». Un trend che ha preso piede già dal 2015, con il boom del post Expo. Temi come quelli dell’alimentazione mediterranea e le nuove tendenze gourmet, hanno portato la nostra cucina sotto i riflettori di tutto il mondo.

IL MONDO DEL FOOD AI TEMPI DEL COVID-19
Nel 2020, la pandemia ha portato cambiamenti radicali nella nostra vita quotidiana, capovolgendo le preferenze dei consumatori. Per accogliere questa trasformazione, produttori di alimenti, dettaglianti, e ristoratori si sono attivati ​​per innovare e garantire la continuità dei loro servizi.

Fine Dining Lovers ha lanciato l’indagine“Coronavirus e Ristorazione”, un’inchiesta internazionale basata su un campione di oltre 10.500 soggetti intervistati in tutto il mondo, che rivela il sentimento di professionisti e consumatori. Al sondaggio, anonimo, hanno risposto 7.917 persone da tutto il mondo, tra cui 1.535 italiani che hanno raccontato come vivono il lockdown. Dei 2.708 professionisti che hanno partecipato, l’88% lavora in ristoranti o hotel e l’80% ha un’esperienza nel settore di oltre 6 anni. La percentuale italiana è pari all’11% ovvero a 304 professionisti, di cui il 67% con il ruolo di Executive o Capo Chef.

Inoltre, un quarto dei consumatori coinvolti nel sondaggio dichiara di avere utilizzato servizi di delivery durante il lockdown. Il 33% in Italia (stessa percentuale USA) dichiara di avere utilizzato il servizio delivery più spesso che in precedenza. Ed è proprio durante questo periodo che il web è diventato uno strumento indispensabile anche per il settore del food, con la diffusione di piattaforme E-Commerce, lifestyle, food blog, food delivery usate non solo per la comunicazione ma anche per la vendita dei prodotti agroalimentari.

LE NUOVE PROFESSIONI DEL FOOD
La nuova domanda ha fatto sì che si sviluppassero delle nuove figure professionali, tra cui:
? Food blogger: tra le figure professionali più ricercate per spingere delle attività in fase di start-up e promuovere ristoranti e/o bar.
? Food influencer: il loro principale compito è creare contenuti sulla propria pagina che sponsorizzino i prodotti di un brand nel settore del food, oltre ad interagire con i propri follower generando engagement.
? Somelier 2.0: un sommelier classico al quale vengono aggiunte competenze in ambito digital. Non si occupa solo di abbinare il miglior vino a una specifica portata, ma anche la gestione della carta dei vini e, in alcuni casi, la promozione dei prodotti vinicoli.
? Mastro birraio: un mastro birraio deve saper apprendere l’arte di miscelare malto, lievito, luppolo all’acqua, in modo da ottenere un buon gusto oltre alla giusta effervescenza. Soltanto nella nostra Penisola nell’ultimo decennio sono nati oltre 800 microbirrifici e 6 malterie.
? Food innovator: professionista che lavora con i reparti ricerca e sviluppo delle grandi aziende. Le attività riguardano in particolare l’inventare nuovi prodotti gastronomici e nuove forme di consumo.
? Personal trainer dell’orto: professionista del verde che offre la propria consulenza e tutoraggio a coloro che vogliono coltivare autonomamente l’orto.
? Pastry chef: una delle figure professionali più richieste in Italia e all’estero, comprende le mansioni di pasticcere di laboratorio, chef pasticcere in ristorante o panificatore.
? Sushiman: la presenza di un esperto di sushi è sempre più richiesta non solo in ristoranti giapponesi e sushi bar, ma anche per attività di catering o su navi da crociera.
? Guida turistica enogastronomica: organizza viaggi sulla base di tappe specifiche che prevedono degustazioni di cibo e vini locali, visite in aziende agricole o vinicole, predispone corsi di cucina locale, immagina itinerari e percorsi volti a svelare le bellezze e le bontà di un territorio.
? Apicoltore urbano: l’apicoltura urbano nasce per contrastare l’inesorabile moria delle api, favorire l’impollinazione, tenere sotto osservazione l’inquinamento, educare le giovani generazioni alla cura dell’ambiente.

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