Il 71,2% dei laureati e il 67,3% dei laureandi attribuisce maggior importanza a una remunerazione economica adeguata e alla possibilità di autodeterminarsi; per il 70,3% dei laureandi e il 67,1% dei laureati un ambiente di lavoro non tossico viene prima di tutto.
Prioritaria la necessità di riuscire a organizzare al meglio la conciliazione: il 46,8% dei laureandi e il 48,7% dei laureati attribuiscono grande importanza al tempo da dedicare alla propria vita extra lavorativa. La tossicità delle relazioni diventa un tema centrale: secondo il 70,3% dei laureandi e il 67,1% dei laureati, non è sostenibile lavorare in un ambiente in cui il clima non sia sano e costruttivo, accogliente e stimolante.
Questa le principali evidenze dell’Osservatorio Giovani e lavoro, commissionato da Humangest all’Università di Pavia, che ha coinvolto laureandi e laureati da tutta Italia.
«Siamo ogni giorno a contatto con molti giovani candidati alla ricerca di un impiego; spesso alla loro prima esperienza lavorativa. Da questo nostro punto di vista privilegiato, abbiamo costanti feedback su cosa le nuove generazioni si aspettano e desiderano dal proprio lavoro e abbiamo voluto mettere alla prova quanto appreso, commissionando all’Università di Pavia questa ricerca – spiega Gianluca Zelli, Amministratore Delegato di Sgb Humangest Holding. Avere un fondamento scientifico che codifica i desideri dei neolaureati, andando ad approfondire anche il modo in cui i ragazzi che ancora studiano guardano al mondo del lavoro, ci permette di aiutare le giovani generazioni ad approcciarsi ai loro primi impieghi, modellando le iniziative di talent attraction e retention in base ai loro desiderata nel futuro a breve e lungo termine e disegnando così un modello di lavoro sostenibile per tutti».
Fonte: L’Avvenire. Articolo di Maurizio Carucci.
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