Fonte: monster.it – Articolo di Giada Baglietto
A chi non è mai capitato, durante un colloquio di lavoro, di dover rispondere alla famigerata domanda “Mi parli di lei”? Una richiesta apparentemente facile, ma che molto spesso mette in difficoltà il candidato. Perché?
“Mi parli di lei” è una domanda aperta che il selezionatore pone al candidato in fase di apertura del colloquio. È un invito atto perlopiù a rompere il ghiaccio e viene utilizzato come apripista per tutte le successive domande che il selezionatore farà. La difficoltà di questa domanda risiede proprio nella sua generalità e nella mancanza di altri elementi specifici che possano circoscrivere la risposta a un particolare arco temporale o ambito. Da dove partire e cosa dire quando ci viene posta questa domanda?
COSA DIRE AD UN COLLOQUIO DI LAVORO: IMMEDESIMARSI NELL’INTERLOCUTORE
Il segreto per rispondere a una domanda così “aperta” come “Mi parli di lei” è mettersi nei panni dell’interlocutore, il quale non sa nulla di noi e vuole capire chi siamo, cosa abbiamo fatto in passato e cosa facciamo oggi. La risposta dipende molto dall’anzianità professionale che abbiamo maturato, ma ci sono due regole che vanno sempre osservate:
? Non raccontiamo la storia della nostra vita
? Condividiamo solo informazioni pertinenti
COSA DIRE AD UN COLLOQUIO DI LAVORO: STRATEGIE E FORMA
Basterà un accenno alle nostre origini, alle scelte personali e agli studi che possono aver influenzato il successivo percorso professionale.
Procediamo poi in ordine cronologico e parliamo delle nostre esperienze lavorative dalla meno recente alla più recente, per facilitare l’attività del selezionatore e accompagnarlo nella comprensione di tutti i passaggi lavorativi.
In base poi all’anzianità professionale, decidiamo quanto soffermarci sulle singole esperienze: i profili junior potranno trattare in profondità le competenze acquisite durante la preparazione della tesi di laurea, tirocini e stage. Chi invece ha maturato tante esperienze di lavoro farà bene a operare una scelta, accennando alle esperienze secondarie e soffermandosi maggiormente su quelle più significative, rispetto alla posizione oggetto del colloquio, o su quelle che hanno contribuito maggiormente alla propria crescita professionale.
Cosa dire o meno ad un colloquio richiede dunque una certa capacità di analisi e sintesi, il fine infatti è quello di restituire in pochi minuti un quadro esaustivo delle nostre capacità, competenze e punti di forza.
Sfruttiamo a nostro vantaggio la domanda aperta “Mi parli di lei” per valorizzare tutti quegli aspetti che non sempre sono intuibili da una prima lettura del curriculum e che possono rappresentare un valore aggiunto alla nostra candidatura.
Oltre al contenuto, prestiamo attenzione anche alla forma: stimoliamo la curiosità e l’attenzione del selezionatore, evitando di procedere con un elenco sterile dei ruoli ricoperti, ma dando ritmo e movimento al nostro racconto.
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