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JOB CRAFTING: 3 REGOLE PER AUMENTARE LA PRODUTTIVITÀ

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13 Settembre 2019

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“Rimodellare” il proprio lavoro, trovare nuovi stimoli e nuovo slancio per raggiungere obiettivi e sfide sempre più importanti: se la “stanchezza” inizia a sentirsi, ecco che il cosiddetto “Job Crafting”, può essere una spinta a ripartire e farlo al meglio. Parliamo di un approccio “fai-da-te” costruttivo e propositivo, una sorta di “personalizzazione” del lavoro.
Non si tratta di una rivoluzione ma di operare un’evoluzione, basata sull’intraprendenza e sull’iniziativa individuale che porta a piccoli ma decisivi cambiamenti, che migliorano notevolmente la qualità del lavoro.
Il termine “Job Crafting”, definito anche “JC”, è stato coniato nel 2011 da due psicologhe – Amy Wrzesniewski e Jane E. Dutton – che hanno definito le linee guida per trasformare il proprio lavoro in un lavoro che ami. 
Come la nota citazione di Confucio “Scegli il lavoro che ami e non lavorerai neppure un giorno in tutta la tua vita”, è importante avere sempre la giusta motivazione per portare avanti le proprie attività.
Può capitare di affrontare momenti difficili, di forte stress e pieni di scadenze, ma prima di arrivare a soluzioni drastiche e pensare a un nuovo lavoro, darsi da fare per riprogettare alcuni aspetti, permetterà di tornare ad apprezzarlo ed essere più produttivi di prima.
Ecco le 3 regole per applicare il Job Cratfting:
1. Task Crafting: riconsiderare le proprie attività
Il primo punto su cui focalizzarsi è analizzare le attività a cui ci si dedica quotidianamente. È fisiologico perdere stimoli e interesse quando si svolgono sempre gli stessi compiti; l’esperienza accumulata e la ripetitività di certe mansioni, alla lunga, stanca. Proprio per questo motivo, iniziare nuovi progetti, elaborare nuove idee e condividerle con i propri colleghi, potrà dare slancio all’attività. Parlatene con i vostri superiori, comunicate il desiderio di dedicarvi anche ad “altro” e, inoltre, cambiate il modo di approcciarvi alle attività “ordinarie”, modificando il modo di svolgerle e, se possibile, anche l’ordine. Chiudete quelle più pesanti al mattino e lasciate le più “leggere” a fine giornata, quando la stanchezza inizia a farsi sentire e sarete meno operativi.

2. Relation crafting: riconsiderare i propri colleghi

L’aspetto relazionale, all’interno dell’ambiente di lavoro, è molto importante per il benessere emotivo. Coltivare legami, passare più tempo con le persone con cui si ha più affinità ed evitare chi è negativo, vi danneggia o prova invidia, è uno step fondamentale per trovare la carica.
Riconsiderare i rapporti non significare diventare amici di tutti ma cambiare la natura e l’entità delle relazioni che si tessono, anche puntando a conoscere persone fuori dalla cerchia di quelle frequentate abitualmente nel proprio ufficio: in questo modo, sarà possibile confrontarsi sul proprio lavoro, aumentare le proprie conoscenze e competenze per svolgerlo al meglio, circondarsi di persone che positive che stimolano ad affrontare la giornata con la giusta determinazione e, infine, essere di aiuto per chi ha bisogno o è in difficoltà.

3. Cognitive crafting: riconsiderare il modo di pensare al lavoro

Come si percepisce il proprio lavoro? Quale “etichetta” assegnargli? L’ultima regola del Job Crafting è l’aspetto più complesso. Riconsiderare la propria professione significa modificare come si interpretano i compiti svolti, le relazioni e il lavoro a 360°.
Essere consapevoli che il ruolo ricoperto è parte di un sistema più grande, permette di “sopportare” meglio gli aspetti negativi. Bisogna applicare uno scatto mentale e considerarsi un tassello importante dell’intero processo.

La parola d’ordine è…cominciare! Attraverso il JC, si riuscirà ad allineare le proprie passioni e inclinazioni alle richieste lavorative e a portare quanta più motivazione e positività nel modo di operare.

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