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RISPOSTE CONFUSE? 5 DIRETTIVE PER DARE UN OTTIMO FEEDBACK

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13 Settembre 2020

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Fonte: Il Sole 24 Ore – Articolo di Alberto Varriale

Vi sarà capitato almeno una volta di pranzare o cenare in un buon ristorante e di non aver apprezzato particolarmente le pietanze che stavate gustando, un piatto non all’altezza delle vostre aspettative. Bene, provate a ricordare la scena: ad un certo punto un cameriere gentile si è avvicinato al tavolo e vi ha chiesto sorridendo «va tutto bene?». In una situazione del genere molti, con eguale gentilezza, avranno risposto: «Certamente, grazie!» La domanda a questo punto è: perché in quelle circostanze non riusciamo ad esprimere serenamente ciò che pensiamo davvero?

I motivi possono spaziare dal fatto che non vogliamo inquinare un momento conviviale con toni che probabilmente ci metterebbero di cattivo umore, a perché temiamo di offendere il nostro interlocutore o ancora perché ci preoccupiamo che l’esito delle nostre parole possa peggiorare una situazione già compromessa. Talvolta, la ragione di quel “silenzio” può dipendere dal fatto che non governiamo le modalità opportune per comunicare un feedback efficace.

FEEDBACK NEL MONDO DEL LAVORO
Molti manager confessano di avere difficoltà nel dare (e ricevere) un feedback efficace, soprattutto interagendo con i loro collaboratori. Considerando che in inglese il verbo to feed significa nutrire, è possibile affermare che un feedback si rivela efficace quando è focalizzato sui miglioramenti possibili, contenendo indicazioni utili per lo sviluppo di una capacità o di una potenzialità e chiarendo esattamente a cosa si riferisce, per far sì che il ricevente si senta realmente aiutato. Viceversa, è inefficace se si fonda su un confronto, volto a criticare e non a migliorare le capacità, quando colpisce l’autostima del ricevente, che il più delle volte tende a sentirsi giudicato senza comprendere il senso di quella comunicazione.

DIFFERENZA TRA GIUDIZIO E VALUTAZIONE
Per tale motivo, nel dare un feedback, è essenziale conoscere la differenza tra giudizio e valutazione: infatti, mentre giudicare implica basarsi sulle proprie emozioni e sulle proprie convinzioni nei confronti dell’altro, valutare implica l’osservazione dei dati e dei fatti oggettivi, legati ad uno specifico comportamento del nostro interlocutore. Inoltre, va ricordato che capi e collaboratori dovrebbero essere d’accordo sugli obiettivi condivisi, perché se questi non sono chiari, un feedback del capo potrebbe esser preso come una critica fine a sé stessa.

LE 5 REGOLE D’ORO PER UN FEEDBACK EFFICACE
In definitiva, per evitare “errori di feedback”, basterà porre attenzione a questi 5 principi:
1. Focalizzatevi sempre sui comportamenti e non sulla persona;
2. Non generalizzate, siate specifici;
3. Evidenziate le conseguenze del comportamento osservato;
4. Utilizzate solo vostre informazioni legate a ciò che avete notato;
5. Concordate con il vostro collaboratore un’azione di miglioramento.

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